Cellulite: tante classificazioni e tante microvibrazioni. Intervista a Gianluca Cavalletti che ci parla dell’applicazione di una metodica a base di Microvibrazione Compressiva sugli inestetismi causati dalla cellulite
Le celluliti non sono tutte uguali. Una affermazione più che condivisibile ma a cui, considerata la variabilità delle cause, è stato finora impossibile adottare una classificazione nosologica da tutti ritenuta esaustiva. Se si adotta il criterio dell'eziologia, va detto che a tutt’oggi sono state identificate almeno 29 cause di origine, soffermandoci sulla patogenesi, ovvero sullo sviluppo della malattia e sulle sue conseguenze. C’è chi la considera incerta, multipla o finanche sconosciuta. Tentare di raggruppare le celluliti in relazione all'organo o al sistema coinvolto, fa propendere l’orientamento di alcuni verso il sistema linfatico e circolatorio, altri verso il tessuto connettivo, adiposo, e in parte cutaneo.
Ne risulta che, se a livello pratico e didattico, queste classificazioni nosologiche possono risultare utili, dal punto di vista scientifico presentano dei limiti importanti. È questo il caso in cui, per il medico pratico, risulta fondamentale l’esame del quadro sintomatologico che non è altro che la manifestazione di modificazioni che avvengono nella cute e nel sottocute. Queste possono essere riunite in sei grandi gruppi:
1) Lipoedema, ossia aumento del tessuto adiposo sottocutaneo di acqua libera;
2) Lipolinfedema: aumento del tessuto adiposo sottocutaneo e della quantità di liquido linfatico;
3) Cellulite fibrosa: fibrosclerosi delle fibre connettivali;
4) Lipodistrofia: alterazione interstiziale e adiposa;
5) Adiposità localizzata: aumento del tessuto adiposo localizzato;
6) Falsa cellulite: cedimento cutaneo con fibrosi.
Adottando questo approccio, la risoluzione della problematica permette la scelta fra vari trattamenti, con le metodiche meccaniche e massoterapiche che hanno finora messo al centro della tecnica una fase di“aspirazione-trazione” dei tessuti. Un diverso orientamento è quello intrapreso da qualche anno dalla Fenix Group che ha deciso di investire su una tecnologia (Endosphères Therapy) basata invece sul binomio “compressione-vibrazione”. Secondo gli studi condotti da alcuni centri di ricerca come il Dipartimento di Fisioterapia dell’Università “G.D’Annunzio”di Chieti, l’Istituto per le Tecnologie Biomediche Avanzate di Chieti e l’Accademia Italiana della Bellezza” di Arezzo, la metodica è in grado di agire su ognuna delle modificazioni tissutali descritte ripristinando dapprima le fisiologiche condizioni vascolari e dei tessuti, e in seguito effettuando un rimodellamento localizzato sull’inestetismo cutaneo. Per approfondire l’argomento abbiamo rivolto qualche domanda al Sig. Gianluca Cavalletti, General Manager di Fenix Group.
In che modo la Endosphères Therapy agisce sulla cellulite?
Si tratta di un trattamento non invasivo che tramite un rullo composto da 55 sfere di silicone anallergico, genera vibrazioni meccaniche a bassa frequenza che vanno ad agire su alcune delle cause della cellulite: la stasi linfatica, l’accumulo di liquidi, gli aggregati di cellule adipose. La particolare disposizione a “nido d’ape” degli organi vibratori sul cilindro, insieme alla microcompressione praticata sui tessuti, produce una stimolazione profonda a livello vascolare e metabolico. Il tessuto subisce così dei sollevamenti che generano una “ginnastica vascolare” favorendo un importante miglioramento del microcircolo. Inoltre il movimento delle sfere crea un effetto “pompa”, grazie a un’azione pulsata e ritmica indotta dal senso di rotazione del cilindro: questa spinta attiva il sistema linfatico, senza causare alcun danno dovuto a possibili trazioni o aspirazioni della cute. Non solo: l’azione oscillatoria delle sfere determina lo scollamento degli adipociti responsabili della formazione della rete fibrosa che è causa dell’aspetto “a buccia d’arancia”e la disgregazione degli aggregati adiposi e dei setti fibrosi, rendendoli meno sclerotici. L’effetto è quello di un’azione “tonificante e distensiva”.
È possibile parlare di un riequilibrio?
Certo. L’armonia delle curve femminili necessita di uno stato di equilibrio fisiologico, metabolico e circolatorio dei differenti strati cutanei, del pannicolo adiposo sottocutaneo e di una base muscolare profonda, soda e tonica. Le oscillazioni meccaniche, di ampiezza e frequenza definita, sono in grado di agire sull’apparato muscolare e tendineo, rilassato o in tensione. La percezione vibratoria costituisce una sensibilità di tipo meccanico e, per questo motivo, coinvolge delle strutture recettoriali sensibili a tale stimolo, ossia i meccanocettori che si ritrovano nella cute, nel tessuto muscolare, nel periostio, nelle capsule e nei legamenti articolari (Mouncastle e Rose, 1959). Le vibrazioni meccaniche provocano l’attivazione dei fusi neuromuscolari, responsabili dell’allungamento e del movimento del muscolo; la risposta da parte del muscolo alla sollecitazione vibratoria viene definita con il termine di “riflesso tonico da vibrazione” e consiste nella contrazione muscolare dell’agonista e rilasciamento dell’antagonista. Lo stimolo vibratorio, può quindi essere assimilato a un susseguirsi di contrazioni di piccola ampiezza, le quali portano a modesti ma significativi cambiamenti di tipo ritmico della lunghezza del complesso muscolo-tendineo sottoposto a vibrazione. Stimoli meccanici periodici, protratti nel tempo, somministrati in forma di vibrazione sono considerati un potente segnale per i propriocettori muscolo-articolari, che
dalla periferia inviano segnali a livello del SNC, il quale genera una risposta efferente, attivando i motoneuroni e quindi le fibre muscolari. Tutto ciò permette di ottenere sia risultati visivamente immediati, che un potenziamento a lungo termine, sui principali gruppi muscolari (dorsale, lombare, glutei). Per di più grazie all’azione vascolarizzante si genera una rilevante iperemia che migliora la captazione dell’ossigeno e delle sostanze nutritizie, favorendo il corretto trofismo muscolare.
In che modo è stata valutata l’efficacia?
L’azione della Microvibrazione Compressiva sull’apparato muscolare è stata analizzata in numerosi studi all’interno della Cattedra di Medicina Fisica e Riabilitativa dell’Università di Chieti, tramite il Myothon: un sistema brevettato portatile, non invasivo, che ha mostrato un miglioramento significativo dei parametri quali tono, elasticità e resistenza muscolare.
Quali sono i risultati sulla cellulite?
Si riduce il ristagno dei liquidi e si velocizza l’eliminazione delle sostanze tossiche nei tessuti intervenendo direttamente sul rallentamento della microcircolazione linfo-venosa. C’è anche un effetto antalgico, e meno dolorabilità tissutale propria dell’infiammazione per il ristagno di sostanze tossiche e sclerotiche. L’effetto vascolarizzante, riducendo la microcircolazione arteriorale riduce la temperatura dermoepidermica e si ha un’azione rimodellante intervenendo sulle alterazioni metaboliche strutturali del tessuto connettivo. L’effetto tonificante contrasta le alterazioni e il cedimento della struttura muscolare specie nei soggetti sedentari, in cui è interessante rilevare l’aumento della struttura tessutale che si ha subito dopo il trattamento e il gradito effetto di “riattivazione muscolare”. Tale attività sul tessuto muscolare trova impiego anche in medicina dello sport e in fisioterapia, perché l'Endosphères Therapy permette di trattare restrizioni, compressioni sul tessuto connettivo e aderenze muscolari che impediscono le normali funzioni e provocano dolore, riduzioni del movimento e della flessibilità. La Microvibrazione Compressiva tratta tali problematiche fascio-muscolari in modo specifico e profondo rispetto al solo utilizzo delle mani e con maggior comfort per il paziente.
FONTE: (Tratto dalla rivista “La Pelle”, Marzo/Aprile 2018)
