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L’ecografia è una metodica ampiamente utilizzata nel campo della diagnostica; non è invasiva ed utilizza ultrasuoni emessi da una specifica sonda ecografica che, una volta appoggiata sulla pelle del paziente, consente di visualizzare gli organi che si trovano nella cavità addominale e visualizzarne la sede, il profilo, il volume e la struttura, la presenza di masse solide, di cisti o di raccolte fluide e la vascolarizzazione.
Per trasmettere in profondità gli ultrasuoni emessi dalla sonda, l’area da esaminare viene preliminarmente inumidita con l’ausilio di un gel specifico. L’ecografia viene per lo più eseguita come screening di controllo periodico, per effettuare la diagnosi di una malattia o in seguito a un infortunio; può essere determinante nell’individuare la causa del dolore addominale, identificare la calcolosi della colecisti o la presenza di calcoli renali, valutare la presenza di masse o di liquido nell’addome, valutare la ridotta funzionalità epatica o di determinare l’aumento di volume di un organo e le possibili cause, valutare la struttura vascolare degli organi e le possibili alterazioni. In gravidanza viene eseguita l’ecografia per valutare la corretta evoluzione della gravidanza ed individuare eventuali patologie sia dell’embrione/feto che della mamma.
L’ecografia non presenta controindicazioni, utilizza esclusivamente ultrasuoni e non radiazioni ionizzanti, quindi non è un esame nocivo e può essere ripetuto senza effetti collaterali. A seguito dell’esame è possibile riprendere immediatamente le normali attività.
Se si effettua l’esame ecografico per controlli specifici legati a delle patologie, è utile presentarsi all’esame con gli esami ecografici e/o radiologici precedentemente eseguiti. In questo caso è inoltre consigliato portare in visione esami di laboratorio recenti, in particolare quelli della funzionalità epatica, renale o pancreatica, e i test di laboratorio del quadro ematico e delle urine.
L’esame viene eseguito in posizione supina e decubito laterale, viene utilizzato del gel specifico per facilitare la trasmissione di ultrasuoni; il medico posizionerà sulla pelle una specifica sonda ecografica che scansionerà, con movimenti non invasivi e senza alcun dolore, la regione e l’organo da esaminare. Gli ultrasuoni emessi dalla sonda verranno captati dalla sonda stessa e convertiti dall’ecografo in immagini sullo schermo, che vengono esaminate in tempo reale dal medico. Nel corso della scansione vengono eseguite delle immagini fotografiche di regioni specifiche utili al referto del medico. Il medico potrà, durante l’esame, chiedere al paziente di cambiare posizione e di eseguire inspirazioni o espirazioni. Al termine dell’esame il paziente potrà rimuovere il gel applicato e svuotare la vescica (in caso di esame da effettuare a vescica piena).
Il tempo previsto per l’esame è generalmente da 15 a 60 minuti. Se l’esame prevede la vescica piena può comportare disagio; tuttavia, a seguito dell’esame specifico, il medico potrà chiedervi di urinare prima di proseguire l’esame.
L’esame ecografico dovrebbe sempre essere prescritto dal proprio medico che, a seguito di una visita di base o specialistica ed in base alla storia clinica del paziente, potrà determinare l’indagine diagnostica ed ecografica più indicata. Il risultato dell’esame ecografico corredato dalle immagini viene redatto al termine dell’esame e può essere consegnato al medico di base o allo specialista richiedente, affinché il risultato contribuisca alla definizione della diagnosi.
L’esame ecografico consegnato al paziente dovrà sempre essere consegnato al proprio medico di base o allo specialista anche in caso di esame negativo per patologia. Il medico di base o lo specialista è colui che, in base alla conoscenza più completa del paziente, alla sua storia clinica ed in base alla visita eseguita, agli altri esami diagnostici clinici, di laboratorio e strumentali, sarà in grado di fornire al paziente tutte le informazioni utili alla diagnosi e alle possibili soluzioni terapeutiche del caso.
Il medico ecografista durante l’esame ecografico fornisce alcune informazioni, ma una conclusione diagnostica complessiva può essere definita solo dal medico curante e dal proprio specialista il quale provvederà, se necessario, a far eseguire al paziente le ulteriori indagini cliniche, ulteriori esami diagnostici strumentali e/o di laboratorio necessari ed indicati per il caso specifico, oltre a prescrivere i controlli ecografici periodici.