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COME FACCIO A SAPERE COME STA IL MIO CERVELLO

COME FACCIO A SAPERE COME STA IL MIO CERVELLO?

Se il ginocchio comincia a scricchiolare, andiamo subito a fare un controllo dall’ortopedico; se ci rendiamo conto di non vedere più bene, facciamo fatica a leggere i caratteri piccoli, non perdiamo tempo e prenotiamo una visita dall’oculista. Il “problema” del cervello è che non “duole”. Può sembrare un paradosso ma non è così. A differenza degli altri organi che manifestano segnali difficili da ignorare, il cervello ha un modo diverso per segnalare che è in atto un disequilibrio, un’infiammazione, e sono manifestazioni che il più delle volte non vengono colte.

Quando è meglio fare un controllo
Può succedere di sentirsi chiamati quando non è così, di sentire degli odori come eccessivamente sgradevoli o di vedere qualcosa che non c’è. Queste percezioni errate possono essere spie di un sovraccarico cerebrale. Quando non si trovano le parole giuste, nell’andamento del discorso ci si impiglia sempre sulle stesse, quando sbattiamo sugli spigoli troppi spesso siamo davanti un messaggio che non va ignorato: è necessario valutare la salute del nostro cervello.

A chi rivolgersi?
Una delle figure a cui ci si può rivolgere è il neuropsicologo, un professionista sanitario che si occupa di studiare le funzioni cognitive sia in caso di patologia che in sua assenza. Quindi per migliorare o ripristinare processi come linguaggio, memoria, attenzione, ragionamento, capacità visuo-spaziale, spesso compromesse dalla maggior parte delle malattie neurologiche. Il neuropsicologo effettua una valutazione specifica attraverso la somministrazione di test standard per esaminare il funzionamento delle capacità cognitive. In base al risultato imposta un progetto riabilitativo oppure di potenziamento cognitivo.

Gli esami per la diagnosi
Gli esami diagnostici più innovativi per monitorare la salute del cervello si possono dividere in due grandi tipologie: le metodiche strutturali e quelle funzionali. Tra le prime, la TAC è forse la più conosciuta, un’altra è la Risonanza Magnetica. Sono entrambi metodi strutturali che mostrano un’immagine dell’area analizzata. I metodi funzionali, invece, mostrano la funzionalità di determinate aree, in risposta a degli stimoli.  Si potrebbe dire, per semplificare, che se le prime offrono una “fotografia” del nostro cervello, le altre un “video”, cioè permettono di valutare il funzionamento di un’area cerebrale in una specifica situazione (guardare un’immagine, camminare, prendere un oggetto etc..). È un esame che quindi aiuta a saperne molto di più sulla salute del nostro cervello.

La Spettroscopia nel vicino infrarosso, l’indagine più dettagliata
Tra le metodiche funzionali vi è la NIRS (Spettroscopia nel vicino infrarosso). Grazie a questo prezioso strumento si può indagare la parte funzionale del cervello. La Spettroscopia nel vicino infrarosso infatti analizza dinamicamente gli scambi di ossigeno a cui il nostro cervello va incontro quando pensiamo, ci muoviamo, ci emozioniamo. La NIRS si usa sia in fase diagnostica, sia per valutare l’andamento delle eventuali terapie impostate. È indolore e non invasiva e facile da applicare: si tratta solo di una cuffia, ecco perché è consigliata per i bambini o per i pazienti claustrofobici.

Riabilitazione cognitiva, potenziamento cerebrale
A seconda delle valutazioni dell’esperto, dei risultati ottenuti da diagnosi e visita, si imposta un protocollo di riabilitazione, in caso di patologia, o di potenziamento cerebrale, in sua assenza. La riabilitazione cognitiva punta a ripristinare le abilità perse con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita e fare ottenere ai pazienti una maggiore autonomia; il potenziamento cognitivo invece si imposta quando sono presenti problemi legati a fattori di stress o altro, in assenza di patologia neurologica.

Come preservare la salute del cervello
La prevenzione passa per 4 “ingredienti” fondamentali: il primo è una buona qualità del sonno, quindi cercare di fare un sonno ristoratore; è importante provare -per quanto possibile- a ridurre le fonti di stress, che è causa di danni a catena per la salute del cervello; anche l’alimentazione svolge un ruolo importante, per cui il consiglio è di seguire un adeguato piano alimentare, stabilito su misura da uno specialista. Infine, sono tutti concordi che dedicarsi ad attività piacevoli, qualsiasi esse siano, (non per forza cruciverba!) sia una strategia preziosa per preservare la salute del cervello.

(Fonte okmedicina)
Come faccio a sapere come sta il mio cervello? (okmedicina.it)

Articolo Scritto da 
Dott.ssa Federica Peci

Dott.ssa Federica Peci

Laureata in Psicologia, indirizzo Neuroscienze Cognitive all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano. Ha conseguito il Master di II Livello in “Neuroscienze Cliniche: valutazione, diagnosi e riabilitazione neuropsicologica e neuromotoria” presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Esperta nell’utilizzo di tecniche di neuromodulazione, neuronavigazione, neurostimolazione. Ha fondato Cerebro®, Startup di Biotecnologie neuroscientifiche. È stata insignita della Menzione speciale “Implementazione team multidisciplinare” dall’Associazione Donne Inventrici e Innovatrici. È giornalista pubblicista iscritta all’Albo dei Giornalisti della Lombardia.

COME FACCIO A SAPERE COME STA IL MIO CERVELLO?

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