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Lipomi cosa sono, come riconoscerli e come trattarli

Lipomi: cosa sono, come riconoscerli e come trattarli

I lipomi sono la forma più comune di tumore benigno e sono costituiti da tessuto adiposo; sono comunemente noti come “grumi di grasso”. Questi noduli non cancerosi possono comparire in varie parti del corpo, spesso sotto la pelle. In questo articolo approfondiremo le cause che portano allo sviluppo dei lipomi, come riconoscerli e quali sono le eventuali possibilità di trattamento.

Cosa sono i lipomi e cosa causa la loro comparsa?
I lipomi possono apparire come una fastidiosa presenza sul nostro corpo, ma non sono nulla di cui preoccuparsi: si tratta infatti di formazioni di grasso benigne che si sviluppano sotto la pelle, solitamente sulle braccia, sul collo o sul torace.

Per quanto riguarda le cause dei lipomi, la scienza non è ancora arrivata a una risposta definitiva. Predisposizione genetica, squilibri ormonali o lesioni possono sicuramente contribuire alla loro comparsa. I lipomi possono colpire chiunque, ma avere determinate condizioni come la sindrome di Gardner aumenta il rischio di sviluppare lipomi.

Come riconoscere un lipoma?
Riconoscere un lipoma da altri tipi di tumori è abbastanza semplice: solitamente si presenta come un nodulo morbido al tatto, mobile e indolore. A differenza di altri tipi di lesioni, i lipomi non sono invasivi e non effettuano metastasi (fenomeno che prevede la diffusione di un tumore maligno in zone differenti da quella di origine). Se hai dei dubbi, il nostro consiglio è sicuramente quello di consultare un medico per ricevere una diagnosi più accurata.

Come si diagnosticano i lipomi? Quali sono i trattamenti possibili?
La diagnosi dei lipomi di solito avviene attraverso la palpazione e l’esame fisico da parte di un medico. Nei casi in cui non è possibile identificare il lipoma solo attraverso questo esame potrebbe essere consigliata un’ecografia o una biopsia. Per quanto riguarda il trattamento, spesso i lipomi non richiedono interventi se non causano sintomi. Se dovessero causare fastidio è possibile rimuoverli chirurgicamente in modo semplice e sicuro.

Quali sono le possibili complicazioni legate ai lipomi?
Generalmente i lipomi sono innocui, tuttavia in alcuni casi possono causare disturbi e complicazioni. Queste potenziali complicazioni includono fastidiose sensazioni di pressione, dolore oppure aumentare eccessivamente di dimensioni.

Si possono prevenire i lipomi?
Non esistono linee guida precise per scongiurare lo sviluppo dei lipomi; sicuramente mantenere un peso sano e una dieta bilanciata può essere un buon inizio. Ricorda inoltre che qualora dovessi notare un nodulo sospetto è sempre consigliabile consultare un medico per ricevere una valutazione accurata.

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ERNIA

Ernie: definizione, sintomi e trattamenti

Le ernie costituiscono una problematica piuttosto comune e che può colpire diverse zone del corpo. In questo articolo approfondiremo cosa sono esattamente le ernie, le cause che portano alla formazione di ernie e quali sono i tipi più comuni. Verranno inoltre approfonditi i sintomi associati, i metodi di diagnosi e le opzioni di trattamento disponibili, sia chirurgiche che non chirurgiche. Infine faremo luce su come prevenire le ernie e delle complicanze potenziali che possono derivarne.

Cos’è l’ernia e cosa ne causa la comparsa?
Con “ernia” si intende la fuoriuscita di un viscere o di un tessuto dalla sede in cui solitamente è contenuto, attraverso un canale o un’apertura preformata.

Le cause dell’ernia variano a seconda della regione in cui si presenta la problematica, generalmente sono causate da sforzi eccessivi o invecchiamento che portano all’usura dei tessuti o delle strutture ossee, debolezza dei muscoli addominali oppure da difetti congeniti dei tessuti.

Le ernie possono presentarsi in diverse zone del corpo, e coinvolgono principalmente muscoli o tessuti nell’addome o nella parete addominale. Le più frequenti sono:

Ernie inguinali
Ernie ombelicali
Ernie epigastriche – localizzate tra ombelico e sterno
Ernie crurali o femorali, in area pubica

Le ernie possono sorgere anche nella zona lombare, cervicale e dorsale. Queste ultime sono piuttosto rare, oltre ad essere complesse da operare.
Possono inoltre sorgere le ernie otturatorie, sono piuttosto rare e si presentano alla radice della coscia.
Un altro caso particolare è il laparocele, ossia un’ernia che si può formare in corrispondenza della cicatrice di un intervento chirurgico pregresso.

Quali sono i fattori di rischio che possono portare allo sviluppo di ernie?
I fattori di rischio nello sviluppo delle ernie riguardano principalmente continui sollevamenti di carichi pesanti, lavori manuali che richiedono molto sforzo, soffrire di stitichezza cronica, essere eccessivamente sedentari, effettuare movimenti scorretti e ripetuti o essere geneticamente predisposti.

Quali sono i sintomi delle ernie?
I sintomi dell’ernia possono essere di diverso tipo a seconda della zona in cui si sviluppano e possono andare dal dolore e fastidio localizzato alla sensazione di appesantimento nella zona in cui si sta formando l’ernia.

Le ernie addominali possono inoltre provocare disuria (ossia minzione dolorosa o fastidiosa).
Nel caso delle ernie lombari il dolore può espandersi e proseguire fino al piede, coinvolgendo anche glutei, coscia e gamba: in questo caso si parla di sciatalgia (ossia infiammazione del nervo sciatico).
Esami fisici, ecografie o tomografie possono essere utilizzati per diagnosticare un’ernia.

Come si possono trattare le ernie?
C sono diverse opzioni di trattamento per le ernie, sia non chirurgiche che chirurgiche. L’obiettivo principale del trattamento è ridurre il dolore, prevenire complicazioni e ripristinare la funzionalità normale della zona colpita dall’ernia.

Quali sono le opzioni di trattamento non chirurgiche?
Le ernie possono essere gestite con approcci non invasivi, come il cambiamento dello stile di vita, fisioterapia o l’utilizzo di supporti ortopedici per ernia. Mantenere uno stile di vita sano, evitare il sollevamento di peso e praticare regolarmente attività fisica in modo corretto possono aiutare a ridurre il rischio di complicanze legate alle ernie.

Quali procedure chirurgiche si possono utilizzare per le ernie?
In alcuni casi, il medico potrebbe ritenere necessario ricorrere alla chirurgia per correggere un’ernia. Le procedure chirurgiche per le ernie coinvolgono generalmente il riposizionamento del tessuto protruso nella sede corretta e il rinforzo della parete addominale. Qualora il medico dovesse ritenere necessario un intervento chirurgico, è importante discutere attentamente con il medico di riferimento i rischi e i benefici dell’operazione.

Come si può prevenire la comparsa di ernie?
Anche se è impossibile garantire la possibilità di prevenire un’ernia, ci sono delle accortezze che si possono adottare per ridurre il rischio. Mantenere il peso corporeo equilibrato, evitare il costante sollevamento di carichi pesanti oppure praticare tecniche sicure di sollevamento, rinforzare i muscoli addominali attraverso l’esercizio fisico regolare sono tutti metodi efficaci per ridurre la probabilità di sviluppare un’ernia.

Ci sono delle complicanze associate alle ernie?
Le ernie possono portare a diverse complicanze se non vengono trattate adeguatamente. Queste possono includere dolore cronico, ostruzione intestinale e altri problemi potenzialmente gravi. È importante consultare un medico se si sospetta di avere un’ernia o se si verificano sintomi come dolore persistente, rigonfiamento o sensazioni di bruciore nella zona interessata. Una diagnosi tempestiva e un trattamento adeguato delle ernie possono essere di grande aiuto nel prevenire complicazioni future.

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EMORROIDI

Emorroidi

Le emorroidi costituiscono una condizione comune che colpisce molte persone, ma nonostante ciò si tratta di una di quelle condizioni che ancora oggi provoca imbarazzo e per questa ragione in molti casi non viene opportunamente trattata. Oggi vi forniremo un quadro su cosa sono le emorroidi, esaminando le cause sottostanti, i sintomi più comuni, le possibilità di trattamento e le strategie più efficaci per prevenirne l’insorgenza.

Cosa sono le emorroidi?
Le emorroidi sono cuscinetti venosi situati nel retto distale e nel canale anale, che contribuiscono al mantenimento della continenza ed al controllo degli sfinteri durante la defecazione. Le emorroidi possono essere interne (presenti a livello del retto distale) ed esterne (situate in prossimità della cute perianale). In assenza di patologie emorroidarie la loro presenza non viene avvertita.

La patologia emorroidaria è una disfunzione legata alla congestione delle vene emorroidali, che causa bruciore e infiammazione. Generalmente è il risultato di sforzi eccessivi durante la defecazione o di uno stile di vita sedentario.

Quali sono fattori di rischio per lo sviluppo delle emorroidi?
Essere in sovrappeso, avere una dieta povera di fibre e svolgere poca attività fisica sono solo alcuni dei fattori di rischio che possono portare allo sviluppo di una patologia emorroidaria. Mantenere una buona idratazione può contribuire a scongiurare l’insorgere della patologia; inoltre, in caso di stipsi e feci dure, si consiglia di consultare il medico per modificare la consistenza delle feci in modo da non rischiare lo sviluppo delle emorroidi.

Quali sono i sintomi più frequenti?
I sintomi più comuni della patologia emorroidaria, localizzati nella zona colpita dalla problematica, sono:

Prurito
Bruciore
Dolore e sanguinamento, specialmente durante la defecazione
Presenza di corpi morbidi esterni all’ano, percepibili al tatto
Gonfiore

In alcuni casi può formarsi un coagulo o trombo che amplifica la sintomatologia dolorosi.

Come viene diagnosticata la patologia emorroidaria?
Il medico può diagnosticare la patologia delle emorroidi attraverso l’esame fisico oppure con l’uso di un anoscopio.

A seconda dell’entità del prolasso le emorroidi possono essere classificate in 4 stadi:

1° stadio: emorroidi interne non prolassanti
2° stadio: emorroidi in stato di prolasso ma spontaneamente riducibili
3° stadio: emorroidi prolassanti che richiedono intervento per essere ridotte
4° stadio: emorroidi costantemente prolassate, non possono essere ridotte manualmente

Come possono essere trattate le emorroidi?
Le emorroidi possono essere trattate con diversi approcci, a seconda della gravità della patologia. Questi approcci possono includere creme o unguenti per ridurre l’infiammazione e il dolore, supposte per alleviare i sintomi più fastidiosi come prurito e bruciore oppure interventi chirurgici in caso di patologia emorroidaria più grave.

È possibile prevenire le emorroidi?
Migliorare il proprio stile di vita è sicuramente un buon modo di prevenire l’insorgere della patologia emorroidaria. Questi cambiamenti nello stile di vita dovrebbero includere l’aumento dell’assunzione di fibre nella propria dieta per migliorare la regolarità intestinale, bere molta acqua per evitare la stitichezza, e praticare esercizio fisico regolarmente per migliorare la circolazione sanguigna.

Si consiglia inoltre di evitare di trattenere le feci, mantenere una buona igiene anale e non sforzarsi eccessivamente durante la defecazione. Altri accorgimenti utili riguardano la sedentarietà – evitare di stare seduti per lunghi periodi – e il controllo del peso: si consiglia di cercare di mantenersi nella fascia del normopeso per evitare l’insorgere delle emorroidi.

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Colecisti o cistifellea: tutto ciò che c’è da sapere

Approfondiamo la colecisti o cistifellea, esplorandone l’anatomia, la funzione, i disturbi comuni, i sintomi, la diagnosi e le possibilità di trattamento. Comprendere l’importanza della cistifellea nella digestione è fondamentale per mantenere il proprio apparato digestivo in salute. Faremo luce su condizioni che possono riguardare la colecisti (come i calcoli biliari e colecistite) fornendo preziose informazioni sulle cause, i sintomi e come gestire le patologie legate alla cistifellea.

Cos’è la colecisti e qual è la sua funzione?
La colecisti è una piccola “sacca” posta sotto al fegato, che conserva la bile, ossia il liquido prodotto dal fegato che aiuta l’organismo a digerire i grassi.

Quando mangi un pasto ricco di grassi, la colecisti entra in azione e rilascia la bile nel tuo intestino tenue, per aiutare l’apparato digestivo a scomporre i grassi e favorirne l’assorbimento da parte dell’organismo.

Disturbi della colecisti: come si sviluppano?
Le patologie della colecisti possono svilupparsi a causa di diversi fattori di rischio, tra i quali una dieta poco bilanciata e ricca di grassi, sovrappeso o obesità oppure predisposizione genetica.

I sintomi più comuni di problematiche legate alla colecisti sono dolore addominale, nausea, vomito e itterizia (ingiallimento della pelle e/o degli occhi).

Per approfondire le problematiche della colecisti, il medico utilizzerà tecniche di screening come l’ecografia o risonanza magnetica. Se dovesse essere riscontrata una patologia, il medico potrebbe considerare un intervento chirurgico per operare sulla colecisti oppure rimuoverla, con un intervento conosciuto come colecistectomia.

Calcoli biliari: sintomi, cause e terapie
I calcoli biliari sono piccole pietre che possono svilupparsi all’interno della colecisti, causando dolore intenso nell’addome superiore, nausea e vomito.

Per scoprire se hai calcoli nella colecisti il medico ricorrerà all’ecografia addominale oppure la tomografia computerizzata.

Se i calcoli biliari causano problemi, il medico potrebbe ritenere necessario procedere con la rimozione degli stessi, che può essere svolta chirurgicamente oppure con procedure non invasive come la litotrissia extracorporea ad onde d’urto.

Colecistiti: sintomi, cause e terapie
La colecistite, o infiammazione della cistifellea, è generalmente causata principalmente da calcoli biliari che bloccano i dotti biliari. Altre cause scatenanti di questo problema possono essere infezioni batteriche o altre condizioni mediche.

I sintomi della colecistite sono molto simili alle altre problematiche della colecisti e consistono principalmente i dolori addominali intensi nella parte superiore destra dell’addome, nausea e vomito.

Per trattare la colecistite è prevista la prescrizione di farmaci per gestire il dolore e l’infiammazione. In casi più gravi, potrebbe essere necessario ricorrere alla rimozione della cistifellea tramite intervento chirurgico.

Consigli di alimentazione e stile di vita per il benessere della cistifellea
L’alimentazione sana e minor consumo di cibi grassi e pesanti contribuiscono a mantenere in salute la cistifellea ed evitare che si scatenino dolori e fastidi. Bere molta acqua è importante per evitare la formazione di calcoli alla cistifellea; svolgere regolarmente attività fisica è inoltre sempre consigliato per mantenere in forma l’intero apparato digestivo e di conseguenza l’organismo.

Colecisti o cistifellea: tutto ciò che c’è da sapere
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Calcoli – origine, sintomi e trattamenti

Calcoli origine, sintomi e trattamenti

I calcoli sono accumuli solidi che si formano nel lume di organi cavi – come reni e cistifellea – nelle vie biliari, in quelle urinarie o nei dotti ghiandolari. I calcoli provocano una condizione definita come calcolosi e può causare una serie di sintomi sgradevoli e, in alcuni casi, portare a complicazioni di vario tipo, anche gravi. In questo articolo approfondiremo cosa sono i calcoli, le cause che portano al loro sviluppo, come eliminarli e come prevenirne la formazione.

Perché si sviluppano i calcoli?

Le motivazioni che portano allo sviluppo dei calcoli possono essere molteplici e variano anche in base all’organo nel quale si formano.

I calcoli renali si formano nel momento in cui nelle urine aumenta la concentrazione di alcuni sali quali calcio, acido urico, ossalato che portano allo sviluppo dei cristalli urinari: l’unione di più cristalli porta successivamente alla nascita del calcolo;
I calcoli biliari si formano a seguito di colesterolo o sali biliari in eccesso all’interno della bile; questi portano alla cristallizzazione della bile ed in seguito alla formazione del calcolo;

Questo disturbo interessa quasi il 10% della popolazione italiana. Purtroppo, l’incidenza negli ultimi dieci anni è in crescita, forse a causa del maggior consumo con la dieta di proteine animali e di sale.
Nei casi più frequenti il calcolo si forma nella pelvi, una specie di bacinetto che raccoglie l’urina prodotta dal rene, per poi immettersi nel tubicino che porta l’urina dalla pelvi alla vescica (l’uretere). Da lì il calcolo, in genere, percorre tutto l’uretere, sbuca nella vescica e viene espulso con le urine.

Calcoli – origine, sintomi e trattamenti

Sintomi acuti
Improvviso dolore intenso nella parte superiore destra dell’addome o sotto la spalla destra? Ecco il saluto dei calcoli biliari in modo acuto. Magari con nausea e vomito per completare l’esperienza.

Sintomi cronici
Quando i calcoli biliari decidono di farsi notare a lungo termine, possono manifestarsi con sintomi come dolori ricorrenti nella parte superiore destra dell’addome, disturbi digestivi e persino ittero. Non proprio l’ideale per un party nel tuo corpo.

Fattori di rischio per lo sviluppo dei calcoli biliari
Sei curioso di sapere chi sono i VIP che potrebbero portarti a incontrare i calcoli biliari? Beh, l’obesità, una dieta ricca di grassi saturi, la gravidanza e persino l’età avanzata possono metterti sulla lista d’attesa.

Diagnosi e trattamento dei calcoli biliari

Metodi diagnostici
Per svelare il mistero dei calcoli biliari, potresti dover affrontare test come ecografie addominali, risonanze magnetiche o test del sangue. Niente paura, nulla che un po’ di tecnologia medica non possa risolvere.

Opzioni di trattamento
Quando i calcoli biliari sono pronti per essere mandati in pensione, ci sono diverse opzioni sul tavolo: dalla rimozione chirurgica alla litotrissia extracorporea, passando per la terapia farmacologica. La scelta di come dire addio ai tuoi piccoli amici dipende dalla situazione, ma verrà trovata la soluzione migliore per te.

Possibili complicazioni dei calcoli biliari
Quando si tratta di calcoli biliari, le complicazioni possono essere come quei vicini fastidiosi che non se ne vanno mai. Se i calcoli biliari decidessero di fare uno show, potrebbero causare pancreatite, un’infiammazione della colecisti, o addirittura ostruzione del dotto biliare. Insomma, un vero rompiscatole!

Prevenzione dei calcoli biliari
Se vuoi evitare di dover fare i conti con i calcoli biliari, potresti pensare di dare una svolta alla tua dieta. Meno cibi grassi e più fibre potrebbero essere la chiave per tenere lontano questi fastidiosi inquilini. E ricorda, bere molta acqua è sempre una mossa vincente!

Vivere con i calcoli biliari: consigli utili
Quando i calcoli biliari bussano alla porta della tua colecisti, potresti sentirti un po’ spaesato. Ma non temere, con un po’ di olio di gomito e una dieta equilibrata puoi ancora vivere una vita piena e appagante. Ricorda di ascoltare il tuo corpo, evitare cibi che scatenano i sintomi e mantenerti attivo. E se i calcoli decidono di farsi notare, consulta il medico senza esitare!In conclusione, riconoscere i sintomi dei calcoli biliari, comprendere i fattori di rischio e adottare misure preventive possono aiutare a gestire questa condizione in modo efficace. Con una diagnosi tempestiva e un trattamento adeguato, è possibile affrontare i calcoli biliari in modo proattivo e migliorare la qualità della vita. Consultare sempre un medico per una valutazione appropriata e un piano di cura personalizzato.

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